Programma di Coalizione

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La coalizione di centro-sinistra ad Arezzo nasce unendo tra loro le forze politiche, partiti e liste civiche, associazioni, soggetti collettivi e individuali rappresentanti delle culture solidali e democratiche della città, che condividono una comune prospettiva di governo e una comune base di valori, in particolare, i valori fondamentali contenuti nella prima parte della nostra carta costituzionale repubblicana.
La coalizione di centro-sinistra di Arezzo sceglie il metodo delle primarie come strumento democratico per la scelta del candidato sindaco; le elezioni primarie si terranno domenica 21 dicembre 2014.
La coalizione che promuove le primarie per la scelta del candidato sindaco di Arezzo è composta da: Partito Democratico, Partito Socialista, Scelta Civica, Arezzo in comune e Popolari per Arezzo.
Altre forze politiche o associazioni, condividendo il programma e i valori della coalizione, qualora facessero richiesta di entrare nella coalizione dopo le primarie del 21 dicembre, potranno farlo a seguito di un confronto con le forze promotrici e il candidato scelto dagli elettori, previo un largo consenso e la maggior condivisione possibile delle forze presenti, definendo necessaria una maggioranza di 4/5 dei promotori in caso di votazione. Il candidato sindaco potrà presentare una propria lista elettorale, i cui candidati condividano valori e programma della coalizione.
Le forze promotrici della coalizione di centro sinistra e delle primarie hanno concorso a definire il seguente accordo programmatico, che altro non vuole essere che una cornice generale per il progetto del governo di Arezzo in cui sono individuati temi e valori di riferimento per tutti coloro che si riconoscono in questa coalizione e per i candidati sindaco alle primarie del 21 dicembre 2014.
Il programma dettagliato verrà poi completato dopo le elezioni primarie, d’intesa con il candidato sindaco.
Ogni sei mesi, dalla data delle elezioni amministrative, sarà convocato un tavolo delle forze facenti parte dell’alleanza per un confronto sullo stato, l’attuazione e alla luce dell’eventuale mutato contesto generale possibile revisione del presente accordo programmatico.

1. IL LAVORO
Abbiamo una serie di emergenze. Il progressivo esaurimento dei margini di molte imprese, la disoccupazione di chi un lavoro non l’ha mai avuto e che i neo laureati ingrossano ogni giorno di più, le donne che ritornano in quelle case da dove erano uscite negli anni sessanta per lavorare in fabbrica.
La crisi non risparmia nessun comparto. Banca Etruria, perno del sistema economico locale, stenta a individuare una via d’uscita. Fallita la trattativa con la Banca Popolare di Vicenza, si è registrata la trasformazione in società per azioni ma non sono ancora chiari, fino in fondo, i futuri scenari. La crisi del commercio è rappresentata dalla Cadla e dal gruppo DueGi. Il settore orafo stenta a riprendersi con problemi di commercializzazione che si stanno acuendo anche in relazione alle politiche protezionistiche di molti Stati. Positiva è la capacità di aggregazione e di risposta delle imprese del settore orafo che con gli Stati Generali di fine settembre hanno messo a punto un’autentica piattaforma di rilancio del settore per la quale riconosciamo merito alla Consulta dei produttori orafi. Il settore edile appare in fortissima difficoltà mentre il sistema complessivo degli ammortizzatori sociali rischia di esaurirsi.
Sul fronte del turismo e della cultura, il tentativo di rilancio della Fiera Antiquaria, il Polifonico, la seconda edizione di Icastica, il ritorno di Arezzo Wave e i numerosi eventi culturali emergenti sono segnali importanti e positivi. Le associazioni culturali stanno svolgendo un ruolo interessante. Ma il settore della cultura paga uno dei prezzi più alti alla crisi finanziaria degli enti locali. Il concetto fare cultura=fare impresa stenta ad affermarsi. La promozione del turismo vede il Comune fortemente impegnato insieme alle associazioni di categoria e diventa perciò essenziale il coinvolgimento delle associazioni e dei soggetti attivi nel nostro territorio nelle scelte strategiche per il miglioramento dell’offerta culturale e turistica. Il comune si dovrà rendere promotore del coordinamento degli enti a vario titolo interessati allo sviluppo del turismo e alla promozione delle eccellenze per unire forze e risorse economiche, fino ad oggi disperse in attività a volte contrastanti tra loro.
L’identità di Arezzo realizzata tra gli anni sessanta e ottanta in termini di attività produttive, connotazione sociale, servizi pubblici, rapporto tra cittadini – politica – istituzioni sta progressivamente svanendo. E’ un disegno che si cancella ma sotto il quale non ne appare un altro. Per una ragione molto semplice: nessuno lo sta facendo. L’impegno collettivo è nel fronteggiare, più di stomaco che di testa, i singoli frammenti della crisi. Questo è ovviamente un problema ma anche un’eccezionale opportunità. Possiamo provare a disegnare e concretizzare una nuova identità di Arezzo. E il primo compito è individuare il punto di partenza che non può che essere il lavoro. Questo è irrinunciabile per ricostruire una identità collettiva: non contribuisce solo a ridistribuire il reddito ma permette il riconoscimento e l’auto riconoscimento.
Ognuno è chiamato a fare la sua parte e il ruolo centrale è ovviamente quello dell’impresa. Non pensiamo a realtà anonime ma a donne e uomini che hanno fatto una scelta di vita, che hanno deciso di rischiare in proprio, che possono essere le locomotive di un nuovo sviluppo. Come in tutti i settori della vita, anche in questo occorre un rinnovamento. Non solo generazionale ma anche professionale e culturale. Ci auguriamo che i giovani si formino dove vogliono ma che poi riversino qui le loro competenze. Ci auguriamo che le generazione mature degli imprenditori proseguano sulla strada dell’aggiornamento, della qualificazione professionale, dell’aggregazione tra aziende.

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Ma un’amministrazione comunale non può limitarsi a formulare gli auguri di buon lavoro. In primo luogo deve rendersi disponibile ad essere fattore di aggregazione affinchè il sistema economico aretino, basato sulla piccola per non dire microimpresa, comprenda l’utilità di fare sistema per entrare in nuovi mercati e non permettere che il nostro territorio diventi una landa di terzisti al servizio d’ imprenditori di altri continenti.
Un ruolo essenziale, in questo ragionamento, è quello di Camera di Commercio, Arezzo Fiere, associazioni di categoria e sindacati: soggetti che l’Amministrazione comunale può e deve considerare, comprendendo se stessa, ingranaggi di un unico e grande meccanismo: se uno non funziona, quello blocca la macchina.
E questa macchina deve essere capace di prendere per mano le energie migliori. Spianando ad esse la strada favorendo l’accesso al credito, rendendo la burocrazia il problema di un giorno e non l’incubo di una vita, sostenendo la formazione professionale, garantendo i rapporti con l’Unione Europea e le opportunità che da essa derivano.
L’Amministrazione comunale è chiamata a semplificare le procedure, a ridurre i passaggi interni, ad offrire un unico referente per le pratiche d’impresa, a passare progressivamente dalla carta al web, a rendere maggiormente utili e funzionali le strutture di cui dispone, a sostenere gli esercizi commerciali di vicinato, a favorire lo sviluppo delle eccellenze agro alimentari locali.
Favorire le energie interne non basta. Bisogna farne arrivare altre da fuori. Arezzo deve essere capace di attrarre investitori sviluppando azioni di marketing territoriale vero e strutturato. Il circuito è investimenti, innovazione, lavoro, benessere diffuso. Considerando che gran parte delle nostre imprese sono micro e sottocapitalizzate, lo sviluppo di azioni mirate a portare nel territorio investitori dall’esterno è cruciale. Il marketing territoriale deve essere finalizzato ad attrarre gli investitori. Per fare questo l’Amministrazione comunale ha bisogno di un gruppo di competenze che guardi alle potenzialità di sviluppo in maniera adeguata in modo tale che lo sviluppo della capacità di attrazione divenga un modo di pensare. E per far questo è necessario coinvolgere in modo diretto imprenditori e manager.

Turismo e Cultura
Arezzo città dell’oro e della moda è funzionale al marketing territoriale ma anche alla promozione turistica.
L’oro, sia nella fase di creazione artistica che di vendita al dettaglio, è fattore attrattivo: non solo perché produzione “tipica” ma anche di eccellenza e universalmente nota.
Insieme all’oro ci sono i tradizionali punti di forza del turismo aretino: patrimonio culturale, Fiera Antiquaria, Giostra del Saracino. E adesso Icastica. La promozione di questi eventi è delle singole realtà. Dovremo puntare sulla promozione coordinata e unitaria dell’intero “pacchetto”. La frammentazione della promozione frammenta l’offerta e il target. Dobbiamo invertire la logica con un ragionamento di natura imprenditoriale e collaborativa con Arezzo Fiere.
E quando si parla di cultura bisogna partire dal presupposto che ad Arezzo ci debba essere una buona offerta formativa Universitaria. Per rendere realizzabile ciò, bisogna impegnarsi fortemente a attrarre sul nostro territorio corsi di laurea che siano capaci di fare collegamento con il mondo lavorativo, soddisfacendo la domanda di professionisti specializzati che facciano anche da legante con il tessuto economico e la realtà culturale del nostro territorio . Attualmente la minaccia della chiusura dei corsi di laurea nelle professioni sanitarie è scongiurata, noi vogliamo mantenere questi corsi molto richiesti dagli studenti aretini, per l’ottima qualità degli insegnamenti e della formazione dei professionisti sanitari. Oltre a verificare la possibilità di potenziare i corsi in teledidattica, bisogna che l’offerta universitaria aretina cresca qualitativamente per poter attrarre nuovi studenti. Infatti la presenza in Città di studenti, oltre ad essere un accrescimento umano è sicuramente una risorsa economica non indifferente. Il Comune perciò, deve attuare tutte le misure possibili affinché Arezzo diventi sempre di più una città universitaria, individuandone come area di riferimento anche di uno sviluppo tecnologico capace di essere uno strumento utilizzabile dagli studenti.
Oltre alle eccellenze sopracitate il Comune si farà parte attiva allo sviluppo dei settori della green economy, dell’economia sociale e nuove tecnologie.

2. La Comunità
La gravità della crisi economica sta determinando un aggravamento dei problemi sociali e di quelli connessi alla tutela della salute, che connessi all’aumento di domanda di prestazioni sociali a seguito dell’invecchiamento della popolazione, la precarizzazione del mercato del lavoro, l’immigrazione straniera, e i tagli ai trasferimenti locali, hanno contribuito a complicare il quadro in cui anche ad Arezzo l’amministrazione comunale può operare per garantire il rispetto dei diritti di cittadinanza e dei servizi alla persona. L’Amministrazione comunale mantiene con grande fatica il livello di prestazioni sociali e rappresenta, veramente, la trincea contro la quale si abbattono quotidianamente i drammi sociali della nostra comunità. Stanno aumentando i livelli di povertà e si estende l’area grigia, cioè quella nella quale si collocano le famiglie e le persone che hanno un lavoro ma reddito insufficiente a fronteggiare i costi della vita quotidiana. Qualsiasi intervento sul fronte sociale, in questo contesto, non può prescindere da una strategia che sappia indirizzare nell’insieme il settore guardando ai prossimi dieci anni, alle necessità emergenti, ai bisogni delle famiglie, alla complessità sociale della nostra comunità. La nostra città deve sentirsi di più come una “comunità” aperta, inclusiva, solidale, integrata. Dove tutti, giovani e anziani, lavoratori e pensionati, immigrati e italiani, possano sentirsi parte di un progetto comune. Per riuscire dobbiamo affrontare la complessità del presente, i molti problemi che si manifestano nel governo della nostra città, unendo i soggetti, costruendo sinergie, facendo rete, uscendo dalla logica di emergenza con cui spesso abbiamo dovuto fare i conti, ma iniziando a pianificare scelte strategiche per la promozione della cittadinanza e dei diritti di ognuno: diritto a una vita sana e alla salute, diritto di accesso ai beni comuni, diritto di accesso ai saperi fondamentali, diritto alla partecipazione. Investendo nella cultura dei diritti possiamo valorizzare l’importanza di sentirsi parte di un insieme e di una comunità. La nuova amministrazione dovrà essere testimone dei valori che vorremmo vedere nei cittadini: i comportamenti nei confronti del patrimonio comune, l’attenzione al decoro e la capacità di essere collettività accogliente per chi visita o abita la nostra città fa crescere la capacità di essere uniti nelle sfide del futuro. Dobbiamo lavorare alla definizione di un nuovo stato sociale che pianifichi scelte strategiche e non contraddittorie in tema di diritto alla salute, quali ruoli della sanità pubblica e privata, quale spesa pubblica, quale compartecipazione dei cittadini, quali livelli essenziali e gratuiti dei servizi sanitari e sociali, quale sostegno alla non autosufficienza derivante da inabilità o età; quale rete di sostegno alle persone sole per età, reddito o altro; diritto ai servizi pubblici, revisione del sistema delle aziende a partecipazione pubblica; diritto alla partecipazione, il sistema pubblico è luogo di decisione e di elaborazione perfettamente inserito nel sistema sociale locale; diritto alla sicurezza, un bene da costruire insieme con interventi integrati di decoro, qualificazione, prevenzione, educazione alla legalità e controllo.

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Nessuno deve restare solo
Al primo posto la lotta alla solitudine: nessuno può essere lasciato solo. Ogni persona, soprattutto i più deboli, hanno bisogno di vicinanza, solidarietà, mutualità, aggregazione.
La persona, la sua dignità, il suo valore, va rimessa al centro del ragionamento politico e amministrativo: le iniziative pubbliche devono tendere al coinvolgimento e alla valorizzazione di ogni soggetto. Per questo, dobbiamo adoperarci per rimuovere da subito le barriere che impediscono a molte persone di fare parte della comunità: occorrono iniziative di contrasto al disagio, in tutte le sue forme, di abbattimento delle barriere architettoniche, di promozione della cultura dei diritti e della legalità.

Servizio civile di comunità
Si può ipotizzare un servizio civile comunale con l’utilizzo di volontari che si occupano della cura della città, della piccola manutenzione e di contrasto alla solitudine. In questo senso possono essere anche chiesti contributi alle categorie economiche e alle imprese, mentre il sistema della formazione, della cooperazione sociale e delle aziende pubbliche potrebbe contribuire alla formazione dei volontari che potrebbero scegliere tra i vari servizi di pubblica utilità. Si tratta di trasformare i sussidi in attività sociali che contribuiscano allo sviluppo della città.
Si può pensare ad un diverso utilizzo non solo dei volontari ma anche di cassintegrati e persone in mobilità. Soggetti ai quali può essere chiesto un contributo sociale che non è né quello dell’infermiere né quello dell’assistente sociale.

Governance sociale
Rafforzare l’azione di “governance” attraverso il presidio delle attività di programmazione locale, scelte delle priorità, qualificazione e diversificazione dei servizi; consolidare il “Sistema Integrato” e la sua capacità di rispondere in maniera univoca alle persone; garantire ai cittadini pari opportunità anche attraverso la definizione di livelli essenziali di prestazione; innovare, flessibilizzare e diversificare le risposte con particolare attenzione al contesto e ai bisogni esplicitati; supportare la rete e responsabilizzare la comunità tutta in tema di solidarietà sociale; promuovere progettualità che utilizzino le risorse del territorio anche attraverso l’istituzione di un fondo da destinare alla tutela dei minori e alle loro famiglie;destituzionalizzare i minori in situazione di disagio attraverso il potenziamento dello strumento dell’affido e la sensibilizzazione delle famiglie; supporto e sostegno alle famiglie nelle funzioni genitoriali attraverso i servizi de La Casa Diritta.
Diritto alla Salute
E’ importante un impegno del Comune che in collaborazione con Asl ed Associazioni con finalità socio-sanitarie, salvaguardi i livelli delle prestazioni sanitarie raggiunte, migliorando gli ambiti critici come a titolo esemplificativo, liste di attesa, mobilità nel territorio per prestazioni diagnostiche a salvaguardia del principio fondamentale della prevenzione. Mantenere le attuali prestazioni dell’Ospedale provinciale punto di riferimento per un ampio territorio. Favorire una riorganizzazione per livelli di cura che consenta una più efficiente ed efficace prestazione del servizio. Favorire l’ammodernamento del sistema informativo e creare ad Arezzo un punto di riferimento per la robotica della Regione Toscana.

Sicurezza
Il modello di gestione della sicurezza urbana deve essere incentrato sugli interventi necessari alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, ma soprattutto sull’assunzione di iniziative volte a migliorare la vivibilità del territorio, la qualità della vita, ed il benessere della comunità. Coniugando prevenzione, mediazione dei conflitti, controllo e sanzione. Il Vigile Urbano è chiamato a svolgere un ruolo essenziale per far sì che ciascun cittadino si senta al tempo stesso protetto e sostenuto in caso di difficoltà, ma anche controllato affinché rispetti il prossimo. Diritti e doveri devono costituire elemento imprescindibile per un’accoglienza armonica e non discriminante per tutti gli abitanti della città, oggi alle prese con fenomeni di microcriminalità e di degrado. Possiamo quindi ipotizzare la revisione e la razionalizzazione delle competenze PM; l’attivazione e gestione efficace del nuovo sistema di videosorveglianza; l’organizzazione di incontri pubblici per raccogliere le segnalazioni ma anche dare risposte, illustrare metodi e buone pratiche di prevenzione ed intervento civico; la costituzione in collaborazione con Prefettura e Questura di un osservatorio permanente quale strumento di analisi e di supporto per l’intero sistema istituzionale locale. Promuovere interventi di sensibilizzazione e di formazione rivolti a gruppi a rischio: giovani, donne, anziani, famiglie, da organizzare presso i Centri Aggregazione Sociale, lo Spazio Famiglia, le scuole, sui temi come l’educazione stradale, la violenza di genere, l’autodifesa, l’abuso di alcool e di altre sostanze; contrastare il gioco d’azzardo attraverso la partecipazione al tavolo di lavoro provinciale sul gioco d’azzardo promosso dal Sert ed i controlli della PM sulle sale giochi per verificare regolarità di insegne, presenza di minori; consolidare e potenziare la figura del Vigile di Quartiere.
Servizi infanzia
Proseguire il percorso concertato con tutti gli attori e fruitori del sistema integrato, ovvero mantenendo per il Comune il ruolo di regolazione e controllo nonché la gestione diretta di una parte consistente dei servizi educativi primari; definire standard di qualità e sistemi valutativi nuovi perché è strategico a fronte di risorse sempre più scarse preoccuparsi non solo del numero di servizi, ma soprattutto del loro valore aggiunto e cioè la qualità delle esperienze educative; incentivare l’innovazione, la sperimentazione e la flessibilità nei servizi socio-educativi per la prima infanzia, anche attraverso la partecipazione a progettualità europee che prevedano la costruzione di partnership con realtà transnazionali ed il coinvolgimento in azioni di cooperazione sociale; riconoscere il sistema privato sociale come interlocutore capace di cogliere il bisogno e conseguentemente dare risposte adeguate allo stesso.

Famiglie
La famiglia è il nucleo fondante della nostra società. Le politiche socio-educative del Comune non possono non tenere conto di quanto essa sia cambiata nel tempo, e di quanto sia soggetta ai cambiamenti della società in cui viviamo, in termini di tempi, modi, e luoghi di vita e lavoro. Occorre rivedere la programmazione dei servizi alle persone anche sulla base delle nuove esigenze delle famiglie e dei nuclei familiari; ma occorre anche rivedere le graduatorie e i regolamenti di accesso ai servizi, nonché i criteri ISEE, per renderli più equi e aderenti alle effettive condizioni degli utenti.
Diritto alla casa
Il diritto alla casa è un diritto fondamentale. Occorre un rafforzamento e un maggior impegno del Comune per intervenire nel senso di una maggiore garanzia di questo diritto. Rispetto a ciò il Comune, potrebbe mettere, in atto alcuni indirizzi che attraverso anche la collaborazione di Arezzo Casa , possano permettere l’acquisto di immobili invenduti nel nostro territorio al fine di dare una risposta immediata al disagio e un sostegno al settore edilizio.

Immigrazione
Arezzo città plurale è una città che da sempre ha saputo riconoscere le diversità come fattore di ricchezza e crescita dell’ area urbana. Nell’ attuale, viste le criticità emerse in campo nazionale relativamente a queste tematiche si rende necessario valorizzare e potenziare le valenze culturali maturate negli anni precedenti, riconoscendo il valore sociale delle diversità che non sono soltanto ed esclusivamente etniche e culturali, ma anche sociali, generazionali e di stili di vita. Per noi è fondamentale dare sostanza ai principi che sono alla base della legislazione italiana in tema d’ integrazione partendo da quelli di più alto contenuto quali quelli dell’ art. 3 della Costituzione, lavorando con delle politiche specifiche che consentano di rimuovere gli ostacoli all’ esercizio delle varie forme di piena cittadinanza e partecipazione. Dall’ altro, anche di tenere insieme una comunità che se non è accompagnata rischia di non riconoscersi nell’ altro, il che implica affrontare i temi della diversità allargando quell’ orizzonte che li circoscrive ad elementi di paura, di esclusione, o di segregazione, trasformandoli in fonti di opportunità e ricchezza.

Sport
Lo sport è attività formativa strettamente connessa al mondo dei giovani, anche se nel nostro territorio potrebbe diventare fattore produttore di attività economiche e promozione turistica. Non solo. L’obiettivo principale per l’Amministrazione futura riguarda anche la manutenzione degli impianti sportivi comunali, le cui risorse andrebbero aumentate per consentire interventi mirati e precisi. Una novità nel panorama italiano potrebbe rappresentare la Polisportiva Arezzo sul modello europeo (tedesco e spagnolo su tutti). La creazione di una polisportiva “Sport Arezzo”, e conseguente Società unica anche a partecipazione popolare, consentirebbe lo sviluppo del Brand “Arezzo Città” su tutto il territorio nazionale, in virtù del programma di rilancio turistico della città. La creazione di una polisportiva consentirebbe anche alle Associazioni dilettantistiche di far emergere i talenti e dotarli di una vetrina consona allo sviluppo professionale. Più strutture e strutturazione del percorso sportivo, più talenti pronti a portare in giro per il mondo e per l’Italia il nome di Arezzo.

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3. La Città
La città rappresenta e deve rappresentare per gli aretini oggi più che mai la propria casa. Il ragionamento deve essere globale rispetto a tutto ciò che riguarda il territorio e le proprie infrastrutture.
Deve essere ribadito il concetto di riuso e garantita la qualità dell’esistente; dobbiamo porci come obiettivo la centralità della manutenzione, la lotta al degrado, l’affermazione del senso di sicurezza tra i cittadini.
La città, che ha subito un’espansione confusa durante l’amministrazione di centro destra, ha bisogno di ritrovare una sostenibilità non solo economica ma anche sociale. Il centro storico come centro polifunzionale della nostra comunità ma anche luogo dell’abitare, creando le condizioni necessarie a questo obiettivo in termini di servizi e opportunità aggregative. Le periferie, invece, da solo luogo dell’abitare, dovremo riuscire a valorizzarne il carattere storico ed il patrimonio di esperienze.
Arezzo deve fare un’attenta riflessione sulla pianificazione territoriale: i tradizionali strumenti urbanistici sempre di più tendono a divenire norme di “prescrizione” invece che di “prestazione”. E’ spesso difficile interpretare i cambiamenti socio-culturali della società aretina e, se è vero che la città deve rappresentare l’appartenenza di un individuo alla comunità di cui fa parte, appare consequenziale l’impossibilità di modellare con regole rigide, tortuose e spesso in contrasto, lo sviluppo di un territorio. Arezzo deve dotarsi di strumenti semplici e tutti gli interventi di trasformazione del territorio vanno sviluppati nell’interesse della collettività. Sta per avviarsi il confronto sul Piano Strutturale. Il tema della Smart City è la bussola, condivisibile, che sta orientando l’Amministrazione. Questa discussione può essere la base per definire non solo la visione urbanistica della città ma anche la mobilità (parcheggi, Ztl, Tpl) e un nuovo e diverso uso della città e, in modo particolare, degli spazi pubblici. Pensiamo a politiche urbanistiche che mettano fine al nuovo consumo di suolo, che promuovano il recupero dell’esistente (con incentivi volumetrici ed economici), la rigenerazione urbana per ridefinire spazi pubblici e privati di qualità, l’insediamento di attività produttive, forme innovative e sperimentali di edilizia. Pensiamo a politiche di mobilità intelligente, intese a valorizzare la città pedonale e a promuovere le forme alternative. A promuovere un servizio pubblico rinnovato rispetto alle esigenze dell’utenza, a sviluppare un disegno integrato di mobilità, assistito da un servizio di informazione e indirizzamento in tempo reale, con parcheggi di cintura serviti da modalità di interscambio come il bike e il car sharing, linee ad alta frequenza e altre forme.

Decentramento e Partecipazione.
Con la fine della bella esperienza delle Circoscrizioni (2011) è necessario ormai individuare nuove forme di decentramento e partecipazione che possano rimettere in moto l’azione amministrativa del Comune nelle sue frazioni e periferie.
E’ innegabile che con la chiusura dei Consigli di Circoscrizione si sono perse quelle cinghie di trasmissione che collegavano il Centro alle periferie, alle piccole e tante frazioni sparse su tutto il Territorio comunale.
A tal fine i Centri di Aggregazione Sociale , come luoghi fisici, potrebbero svolgere l’importante ruolo di punti di riferimento per la raccolta delle criticità e la comunicazione delle proposte risolutive dei problemi riscontrati. Nonché, essere punto di riferimento di percorsi di partecipazione popolare.
Gli obiettivi possibili sono la valorizzazione delle periferie e delle frazioni smantellando l’attuale bipolarismo tra la città e le sue periferie: risanamento ambiente collettivo, inserimento di maggiori collegamenti, previsione di nuove infrastrutture e attività lavorative. Predisporre un “piano programmatico ordinario delle piccole opere” destinato alle periferie che, più di tutti, hanno pagato il taglio delle risorse agli enti locali; la qualità dell’esistente con il forte incremento degli interventi di manutenzione di strade, marciapiedi, piazze, aree verdi; la progettazione di luoghi e funzioni capaci di essere “segni”
fisici del cambiamento (pochissimi ma di alta qualità).

Manutenzione
Un obiettivo strategico della futura amministrazione dovrà essere quello di promuovere la valorizzazione del patrimonio pubblico attraverso la manutenzione e la valorizzazione del decoro urbano, dell’attivazione di politiche sul rischio idrogeologico che coinvolgano tutti i soggetti che abbiano competenze specifiche, della tutela del verde e della sicurezza stradale. Per ottenere questo risultato sarà necessario destinare alla manutenzione maggiori risorse finanziarie sin dalla prima previsione di bilancio, recuperare e riqualificare il patrimonio esistente, piuttosto che realizzare nuove opere, promuovere un approccio integrato ed interdisciplinare nell’intervento dell’Amministrazione comunale, al fine di superare la mancanza di organicità nell’attribuzione di competenze, aumentare gli sforzi di raccolta informazioni e di programmazione, andando oltre la dicotomia tra manutenzione ordinaria e straordinaria.

4. IL COMUNE
Il Comune rappresenta la macchina, il cuore di qualsiasi progetto. La visione che dobbiamo avere rispetto ad esso è quello di una struttura snella e flessibile che sia di aiuto e di governance a tutta la comunità. Dobbiamo iniziare a porre le basi per una revisione della struttura, trovare reali ed efficaci meccanismi premianti e soprattutto la città deve iniziare a percepire il comune come una struttura aperta e dialogante a cui porre delle domanda e soprattutto ottenere delle risposte. Dobbiamo ricostruire nei dipendenti il senso di appartenenza al progetto di sviluppo della città che passa dalla loro professionalità e competenza, ristabilendo un rapporto di correttezza e reciproco rispetto tra politica, dirigenza e dipendenti.
Per la maggior parte dei cittadini e dei professionisti, infatti, il Comune di Arezzo è ancora lento e complicato, distratto e lontano dalle loro esigenze. I cittadini segnalano la mancanza di integrazione degli uffici, anche le imprese segnalano un rapporto difficile con le amministrazioni pubbliche, spesso ritenute indifferenti alle loro necessità.
Sul piano della struttura organizzativa emerge l’esigenza di creare una classe dirigenziale in grado di superare una visione settoriale e frammentata dell’azione amministrativa anche attraverso la definizione di programmi e obiettivi di innovazione.
In primo luogo occorre migliorare il grado di soddisfazione dei cittadini e delle imprese nei confronti dell’amministrazione. Bisogna migliorare il contatto, la capacità di differenziare i servizi in funzione delle esigenze, il livello di affidabilità dell’amministrazione negli impegni assunti nei confronti dell’utenza. È importante tenere conto delle esigenze del pubblico nella progettazione dei servizi, migliorando la propria capacità di ascolto. E rimuovere le barriere costituite dalla distanza del “palazzo” dai problemi dei cittadini.
È quindi opportuno che l’amministrazione sviluppi la capacità di ricercare e ascoltare le esigenze espresse dalla società, non con la finalità di ottenere risposte già strutturate, ma per assumere decisioni più informate, consapevoli e motivate. L’amministrazione dovrebbe individuare le proprie competenze chiave valutando quali attività sia necessario mantenere internamente, in quanto coerenti e funzionali al conseguimento della missione istituzionale.
La ricostruzione dei processi costituisce anche il percorso attraverso il quale le amministrazioni riprogettano la propria struttura organizzativa. È importante che l’amministrazione si doti di sistemi operativi capaci di aiutare i decisori (politici e dirigenti) a coordinare tra loro le politiche adottate e a verificarne gli effetti, a fissare gli obiettivi degli interventi attuativi e valutarne i risultati, a consentire ai diversi livelli decisionali una relazione negoziale supportata da informazioni adeguate.
L’introduzione delle tecnologie va ormai considerata come una delle principali leve del cambiamento per qualunque amministrazione: l’informazione e la comunicazione sono importanti fattori produttivi e parte integrante del servizio offerto ai cittadini e alle imprese.
Occorre comunque porre attenzione alle modalità organizzative che consentono alla tecnologia di raggiungere i risultati desiderati. È evidente che gli investimenti tecnologici e gli interventi normativi non sono, da soli, sufficienti per garantire la cosiddetta pubblica amministrazione digitale.
Adeguate strategie di comunicazione possono aiutare a costruire un rapporto di fiducia con i cittadini e le imprese e a sviluppare con essi relazioni utili per l’elaborazione e attuazione delle politiche e per i miglioramenti dei servizi pubblici. Occorre inoltre agire sui contesti interni all’organizzazione, per sviluppare capacità di leadership, assicurare un clima creativo e un ambiente di lavoro favorevole. Si tratta cioè di creare migliori condizioni professionali, motivando gli operatori, modificando gli atteggiamenti e le routine, migliorando il senso di appartenenza.

Partecipate e Servizi Pubblici
Le vicende delle aziende che erogano servizi pubblici impongono un ripensamento su quanto è stato fatto in questi anni. In modo particolare sul valore delle aggregazioni “forzose”, basate cioè su criteri prima territoriali e politici e quindi imprenditoriali. Criteri che hanno determinato incrementi di tariffe, inadeguati (o spesso assenti) risparmi in termini di spese generali, lontananza dei centri decisionali. Ovviamente non tutte le esperienze sono eguali e ognuna va analizzata separatamente, vedendone pregi e difetti. E questo anche in relazione al secondo tema e cioè la capacità di programmazione e controllo di servizi e costi da parte del sistema pubblico. E’ importante una riflessione generale, ovviamente non solo a livello locale, per ridefinire l’intero sistema dei servizi pubblici che va ripensato dall’angolo di visuale e di interesse dei cittadini e delle imprese. Una vera e propria rivoluzione copernicana in base alla quale le aziende girano intorno ai cittadini e non i cittadini intorno alla imprese. Tre opzioni: servizi che il Comune continua a detenere e a gestire in house; servizi da gestire mediante lo strumento societario partecipato dall’ente, anche in forma di partenariato pubblico-privato; servizi da destinare al mercato perché non più rispondenti all’interesse diretto comunale. Relativamente ai casi di gestione mediante società partecipata, è necessario che il Comune riveda, modifichi o assuma ogni iniziativa utile per sottoscrivere nuovi patti parasociali. Per le società che operano in una posizione di concorrenza per il mercato, come Coingas spa ed Estra spa, sono opportune soluzioni che prevedano lo studio di ipotesi di efficientamento della gestione, anche mediante operazioni straordinarie d’azienda, ovvero mediante operazioni volte a favorirne l’accesso al mercato finanziario. Per Atam Spa e Arezzo Multiservizi srl, si propone un’operazione di fusione tra le due società. La revisione dei patti parasociali deve interessare Nuove Acque Spa, Arezzo Casa Spa, L.F.I. Spa, Coingas Spa, Arezzo Fiere e Congressi Srl e Sei Toscana.

Rifiuti
L’ottimizzazione dei flussi dei rifiuti nell’utilizzo degli impianti a livello della Toscana del Sud al fine essenziale di ottenere economie di scala e recupero risorse dalla raccolta differenziata per un contenimento e riduzione delle tariffe in direzione dell’introduzione della tariffa puntuale; la riorganizzazione della raccolta e gestione dei rifiuti nel dar seguito al servizio “porta a porta” per raggiungere gli obiettivi fissati dalle normative europee, nazionali e regionali progressivamente. Nessuna previsione di ampliamento dell’inceneritore di S. Zeno rispetto alla situazione attuale, bensì miglioramento ed efficentamento tecnologico ed ambientale dell’impianto esistente e allineamento in questa direzione del piano di sviluppo delle attività di Aisa Impianti.

Servizio idrico
La futura amministrazione comunale di Arezzo intende attuare tutte le azioni possibili per dare seguito agli esiti del referendum sull’Acqua Pubblica del 2011; in seno all’Assemblea dell’Autorità Idrica Toscana il Comune di Arezzo sosterrà tutti gli atti e le delibere che potranno consentire ai comuni ex aato 4 di poter scegliere di tornare ad una gestione pubblica del servizio idrico rispettando i criteri di trasparenza amministrativa ed economicità. Occorre, infine, definire chiaramente il mandato del rappresentante del Comune in seno al CDA della Società Nuove Acque e dovrà essere costituito un Tavolo Permanente sull’Acqua, quale luogo di discussione e di confronto con tutte le realtà economiche e sociali che si occupano a vario titolo del bene comune Acqua ( Nuove Acque, Comitato Acqua Pubblica, Associazioni e forze politiche).

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