L’appello al voto della Festa di Arezzo In Comune di ieri sera, letto da Elena Alfreducci, studentessa delle superiori, la più giovane candidata in Consiglio Comunale di questa tornata elettorale.
Vogliamo provare a spiegarvi cosa abbia significato per noi questa campagna elettorale, quest’avventura di Arezzo In Comune. Ma non sappiamo neanche da dove cominciare. Avete presente quei momenti in cui siete assolutamente sicuri di essere dalla parte giusta? Quando si combatte con un gruppo di persone che si impegnano con un entusiasmo che non si sa da dove arrivi e da cosa venga alimentato, ma che cresce ogni volta che c’è qualcosa da fare, da discutere, da pensare. Da quanto tempo è che non sentite la parola politica, accanto alla parola energia? Beh…energia allo stato puro, ecco come possiamo iniziare a raccontarvi cosa sia stato Arezzo In Comune.
Energia e stile: perché mentre gli altri scherzano sulla condizione dei clochard, che vivono sulla loro pelle un quotidiano disagio, da noi organizzavamo momenti per riflettere di educazione, di wellfare, di come far diventare dei limiti della nostra città, delle vere opportunità. Mentre altri discutevano in più e più piazze della nostra città su quanto fastidio possano dare dei ragazzi stranieri, arrivati in Italia solo per ritrovare un po’ di speranza, noi rispondevamo parlando con le minoranze, proprio con loro a pulire le strade di Arezzo e sentendoli raccontare le storie che li hanno portati fin qua, conoscendoli e per questo cercando di risolvere dai più semplici ai più difficili problemi derivanti dall’integrazione.
Siamo stati impegnati, solidali, sorridenti, multietnici, amici e ogni volta ci sorprendevamo rendendoci conto di quanto la politica, se è vera, discussa e priva di demagogie, possa diventare risolutoria, possa ancora fare la differenza. Siamo stati giovani, laici e progressisti, perché la politica è anche un gesto, una provocazione. E allora abbiamo messo su una sedia a rotelle le persone normali, che hanno visto ancora più chiaramente quanto normale non sia viaggiare su una carrozzina per le nostre strade. Abbiamo sposato due donne che si amano, accorgendosi che sarebbe molto semplice e che basterebbe veramente poco per dare dignità all’amore di tutti.
E’ stato divertente, quasi un gioco, trovarsi ogni giorno, al punto elettorale – secondo la stampa – più bello di tutti, che – testualmente – “E’ riuscito a rendere fashion la sinistra!”. Non sappiamo se abbiamo reso veramente fashion la sinistra, ma sappiamo che solamente quello spazio, il nostro spazio, è l’unico che poteva rappresentarci: colorato, dove le sedie scendono dal soffitto e il tavolo è grande, enorme, per accogliere tutti quanti. E poi ci sono le civette in vetrina e tutti quei bambini che si sono messi a scherzarci e a sorriderle. Pensate, la nostra campagna elettorale potremmo raccontarvela anche attraverso il sorriso dei bambini.
E’ stata una corsa, e siamo arrivati quasi al traguardo. Dopo decine e decine di eventi, dopo centinaia di discussioni interminabili, dopo aver cercato con migliai di parole di convincere ognuno di voi delle nostre ragioni, mancano solo poche ore all’apertura delle urne. Noi speriamo di avervi trasmesso quest’entusiasmo, quest’energia, questi sorrisi, quest’amicizia. Siamo convinti di essere pronti e preparati per dare un contributo importante, necessario, al governo di questa città, per “recitare il nostro verso”, come diceva Walt Whitman riferendosi agli uomini e alle donne e alla loro vita votata all’impegno. Siamo orgogliosi e fermi sul voler rappresentare una nuova storia, un nuovo inizio per la sinistra di Arezzo, la grande assente da troppi anni a questa parte nelle questioni cittadine. Basta ripensare a tutti i volti delle persone che abbiamo conosciuto in questi mesi, per prendere coraggio e poterlo dire ad alta voce.
E siamo anche assolutamente sicuri, che le alternative di questa tornata elettorale siano o il cambiamento che propone la coalizione guidata da Matteo Bracciali, o la scelta di chi pensa che i disagi vadano combattuti con uno stato di polizia e che i problemi siano risolvibili solamente con ancora più proibizioni e imponendo sempre più limiti. E chi dice il contrario, lo diciamo altrettanto serenamente, sta semplicemente bluffando, vi sta prendendo in giro. Per noi la politica è rock, la politica è come quella di stasera, si fa nelle piazze, si fa insieme a più persone possibili e si fa soprattutto per i più deboli. E’ per tutto questo che vi chiediaumo una mano. E’ per questo che vi chiediamo di votare Arezzo In Comune. E’ per questo che domenica sogniamo una grande svolta per questa città.