“Politiche sociali del Comune contro la Costituzione: se vanno avanti queste scelte farò ricorso”.

Di seguito le due principali interrogazioni di “Arezzo In Comune” di questa mattina

“L’affermazione è forte ma sulle politiche sociali l’amministrazione intende violare la Costituzione e le convenzioni internazionali sugli stranieri per l’erogazione dei servizi sociali. Oltre alle leggi, del più alto livello, esistono pronunciamenti civili ai danni di vari Comuni che avevano scelto di erogare prestazioni sociali sulla base di norme su cittadinanza e residenza giudicate di carattere discriminatorio. Dunque illegittime.

Nessun atto amministrativo può andare contro le leggi ordinarie e la Costituzione. Arezzo pare invece avere scelto questa strada con la residenza stabile da almeno cinque anni per accedere a qualsiasi tipo di sussidio. Atti amministrativi di questo genere non possono essere presi e sbandierati come scelte politiche lungimiranti nei media nazionali. Contraddico con forza affermazioni e difese dell’assessore Lucia Tanti che è certa di fare cosa legale a distribuire sostegni sociali diretti e temporanei a chi ha una residenza di 5 anni. Non lo è, lo ribadisco, e dinanzi ad atti amministrativi che si baseranno su tali impostazione e premessa, ideologici e demagogici, e  non esiterò a fare io stesso ricorso in ogni sede deputata forte di leggi e sentenze dalla mia parte”.

 

LINEE GUIDA PER L’EROGAZIONE DEI SOSTEGNI DA PARTE DEL SERVIZIO SOCIALE DEL COMUNE DI AREZZO 

Premesso che:

In data 14 Agosto l’ Amministrazione Comunale dichiarava alla stampa “stiamo predisponendo una sorta di linee guida da inviare agli uffici, dove si indicano le priorità per l’erogazione dei sostegni diretti e temporanei che il l’ Assessorato alle Politiche Sociali distribuisce quotidianamente. Tra i punti fermi ci sono i seguenti: la residenza stabile da almeno cinque anni per accedere a qualsiasi tipo di sussidio; la residenza da almeno 10 anni per accedere al secondo intervento di sostegno”

Premesso che:

L’ art. 2 della Costituzione della Repubblica Italiana pone l’obbligo per lo Stato di riconoscere e garantire i diritti fondamentali dell’uomo, cioè quei diritti inviolabili riferibili alla persona umana in quanto tale, e pertanto riconosciuti anche agli stranieri. La previsione di una disposizione di questo tipo, dalla decisa vocazione universalista, rappresenta l’eredità, raccolta dal nostro costituente, delle solenni dichiarazioni di fine ‘700, che attribuiscono dei diritti naturali e inalienabili all’uomo in quanto tale. La norma pone una garanzia costituzionale diretta per questa categoria di diritti dello straniero.

Premesso che:

L’art. 10, secondo comma, della Costituzione della Repubblica Italiana disciplina i diritti degli stranieri di fonte legale, affidando al legislatore il compito di disciplinare la condizione giuridica dello straniero e ponendo un doppio vincolo all’esercizio della discrezionalità legislativa: un vincolo di tipo formale, imponendo che lo strumento normativo da utilizzare debba essere necessariamente la legge ordinaria, e un vincolo di tipo sostanziale, disponendo che il contenuto della disciplina debba essere conforme alle norme e ai trattati internazionali. Secondo questa disposizione, la fonte dei diritti degli stranieri sarebbe di tipo legale, coperta da una garanzia costituzionale soltanto indiretta; l’eventuale controllo di costituzionalità sarà limitato alla verifica che la discrezionalità del legislatore sia stata esercitata nei limiti dell’art. 10, secondo comma.

Premesso che:

l’articolo 41 del Testo unico sull’immigrazione ( lg 6 marzo 1998, n.40, art.39) recita: Gli stranieri titolari della carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di durata non inferiore ad un anno, nonché i minori iscritti nella loro carta di soggiorno o nel loro permesso di soggiorno, sono equiparati ai cittadini italiani ai fini della fruizione delle provvidenze e delle prestazioni, anche economiche, di assistenza sociale, incluse quelle previste per coloro che sono affetti da morbo di Hansen o da tubercolosi, per i sordomuti, per i ciechi civili, per gli invalidi civili e per gli indigenti;

Premesso che:

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 168 del 11.6.2014, ha dichiarato incostituzionale la legge della Regione Val d’Aosta  art.19 co. 1 lettera b legge 13/2013 nella parte in cui richiede fra i requisiti di accesso all’edilizia popolare pubblica quello della residenza nella Regione da almeno otto anni;

Premesso che:

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 40 del 2011,  ha dichiarato la illegittimità costituzionale dell’art. 9, commi 51, 52 e 53, della legge della Regione Friuli-Venezia- Giulia 30 dicembre 2009, n. 24 (Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale e annuale della Regione – Legge finanziaria 2010), nella parte in cui discriminava  tra i fruitori del sistema integrato dei servizi concernenti provvidenze sociali fornite dalla Regione i cittadini extra-comunitari in quanto tali, nonché i cittadini europei non residenti da almeno trentasei mesi. In entrambi i casi la Presidenza del Consiglio aveva promosso ricorso principale alla Corte di legittimità ex art. 3 e 117 Costituzione;

Premesso che:

Esistono numerose pronunce di merito in azioni civili contro la discriminazione promosse contro Comuni che limitavano l’accesso alle prestazioni in ragione  della cittadinanza e/o della residenza (ex multis approdata in cassazione per questioni di rito ord. SS.UU. 3670 del 15.2. 2011 azione civile contro Comune di Brescia  che limitava il bonus bebè alle famiglie di cui almeno un genitore italiano e residente da non meno di due anni nel Comune)

Considerato che:

Atti amministrativi di qualunque tipo non possono in alcun modo andare contr-legem e tantomeno in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana

Chiedo al Sindaco del Comune di Arezzo:

  • a quanto ammontano le risorse a disposizione per l’erogazione dei sostegni sociali diretti e temporanei;
  • come intende procedere, stante la palese incostituzionalità di quanto dichiarato alla stampa.

Il Consigliere Comunale

Francesco Romizi

 

REVOCA ADESIONE DEL COMUNE DI AREZZO ALLA CARTA D’INTENTI DELLA RE.A.DY. – RETE NAZIONALE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI ANTI DISCRIMINAZIONI

Premesso che:

la Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per l’orientamento sessuale e identità di genere ( di cui è capofila il Comune di Torino) è nata per sostenere e promuovere azioni concrete finalizzate all’inclusione sociale delle persone omosessuali, sviluppare interventi positivi a contrasto delle discriminazioni di genere e per il superamento dei pregiudizi diffusi e persistenti;

Premesso che:

il Comune di Arezzo ha aderito alla carta d’intenti delle Rete ( che allego alla presente interrogazione) nel febbraio del 2015, ritenendo essenziale l’azione delle Pubbliche Amministrazioni e degli Enti locali al fine di promuovere politiche che sappiano rispondere ai bisogni delle persone LGBT, contribuendo a migliorare la qualità della vita e creando un clima sociale di rispetto e di confronto libero da ogni tipo di condizionamento;

Considerato che:

l’adesione a tale Rete non comporta alcun onere per l’Amministrazione Comunale;

Chiedo al Sindaco del Comune di Arezzo:

  • Quali sono le motivazione della delibera del 28\08\15 nella quale si revoca l’adesione alla Rete stessa;
  • Quali sono le linee politico-amministrative dell’Amministrazione Comunale in relazione alle politiche di parità di genere, di contrasto alle discriminazione e di prevenzione al razzismo e all’omofobia.

Il Consigliere Comunale

Francesco Romizi

E le due interrogazioni sui lavori pubblici e manutenzione:

 

Riqualificazione del Parco del Pionta

Premesso che:

Recentemente ha preso avvio un programma di concerti nell’area del Pionta per iniziativa dell’associazione “7 Note” anche con l’obiettivo di rivitalizzare il Parco del Pionta e che questo obiettivo deve vedere la partecipazione  dei molteplici soggetti pubblici e privati che a vario titolo vivono questa parte significativa della città, dove in passato  si sono registrati incresciosi episodi.

Premesso che:

La precedente Amministrazione, in particolare a mezzo dell’Assessorato ai Lavori Pubblici e Manutenzione, aveva provveduto a definire  un quadro organico di interventi per la riqualificazione del parco del Pionta, area di grande interesse pubblico, non solo per la sua dimensione di circa 13 ettari, ma in particolare per la significativa   presenza di funzione pubbliche, funzioni formative e sanitarie.

In particolare è stato sottoscritto un accordo di programma tra Comune, USL 8 e Università, dove sono indicate le molteplici azioni, le modalità di finanziamento delle stesse e che i vari enti, compreso il Comune hanno provveduto al loro finanziamento nei rispettivi bilanci

Rilevato che:

Il Comune di Arezzo ha assunto l’impegno di promuovere e coordinare i vari interventi e che in sintesi le varie azioni sono:

  • Intervento di manutenzione straordinaria su aree verdi e aree stradali per un importo di euro 200 mila con progetto già approvato e lavori aggiudicati dalla precedente amministrazione ma ad oggi non partiti;
  • Programma annuo di manutenzione ordinaria dell’area per un valore di euro 50 mila già finanziato a bilancio ma non partito;
  • Realizzazione di pista ciclabile di collegamento tra la stazione e l’Ospedale attraverso l’area dl Pionta con conseguente riqualificazione e illuminazione dell’intero viale di ingresso da via Cittadini e del cosiddetto “viale dei cipressi” che conduce in Via Laschi. Per questo intervento il Comune si era aggiudicato, arrivando primo in Toscana, il finanziamento del 60%  e rimaneva solo da indire la gara essendo previsto a bilancio le moddlaità di finanziamento, ma ad oggi la gara non è stata indetta;
  • Realizzazione di un impianto di illuminazione in tutta l’area con oltre 100 punti luci, telecamere e copertura wi-fi utilizzando le tecnologie più innovative. Tale progetto già approvato da mettere in gara prevedeva oltre alla realizzazione dell’investimento, anche la manutenzione e la fornitura di energia in cambio di un canone da parte dei vari enti con risorse già poste a bilancio 2015. Anche in questo caso la gara non risulta indetta

Rilevato che:

tale piano di azioni, sottolineo già finanziate, non ha visto percepibili avanzamenti e che siamo di fronte ad un evidente rallentamento dell’attività amministrativa su un tema fortemente sentito dai fruitori dell’area, dagli studenti universitari e per la sicurezza

Si chiede al Sindaco e all’Assessore ai Lavori Pubblici:

la ragione di tale rallentamento e se intende portare avanti il programma sottoscritto, i progetti approvati e finanziati con la volontà e determinazione che sarebbe necessaria e da più parti richiesta.

Il Consigliere Comunale

Francesco Romizi

Marciapiede S.Zeno e parco Via Emilia

Premesso che:

la precedente Amministrazione, aveva provveduto ad approvare il progetto esecutivo, finanziare i lavori, indire la gara e anche aggiudicare i lavori per la realizzazione di due interventi fortemente richiesti, quali la realizzazione del nuovo marciapiede di S. Zeno e la riqualificazione del Parco di Via Emilia

Premesso che:

la realizzazione del marciapiede di S. Zeno, per un importo di euro 200 mila,  collega il tratto già esistente alla fine della zona industriale con il centro abitato, la chiesa e il cimitero e risponde ad esigenze importanti di sicurezza per i pedoni

Premesso che:

la riqualificazione del parco di Via Emilia, per un importo di euro 165 mila, con i vari interventi di manutenzione consente alla popolazione, sia anziani che bambini, di usufruire numerosi di un parco di condizioni di maggiore sicurezza e decoro.

Rilevato che:

Ad oggi i lavori non sono ancora partiti e dunque ci troviamo in evidente situazione di ritardo amministrativo

Si chiede al Sindaco e all’Assessore ai Lavori Pubblici:

Di conoscere le motivazioni di tale ritardo e quando tali interventi potranno avere inizio, visto che sono fortemente attesi dalla popolazione delle zone coinvolte.

Il Consigliere Comunale

Francesco Romizi

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