Ci hanno raccontato che con la cultura non si mangia. E invece possiamo farci molto di più: con la cultura si tramanda la nostra storia, creiamo nuove idee, ci raccontiamo il nostro futuro; è un’insieme di conoscenze e informazioni che costituiscono la nostra comunità. La cultura è il nostro arricchimento e la nostra crescita, è un patrimonio vero e proprio su cui investire sempre di più perché sia trasmesso a sempre più persone, senza limiti.
Una città “colta” dev’essere in grado di promuovere e sostenere questo processo di elaborazione e deve avere consapevolezza del proprio patrimonio, facendo di tutto per la sua diffusione.
Arezzo ha un grande capitale culturale: un patrimonio storico artistico di valore, operatori che intraprendono percorsi culturali, spesso di carattere professionistico, tanti spazi disponibili e di ogni dimensione per tutti i tipi di attività, scuole con indirizzi artistici.
Il problema è che manca una visione d’insieme e un piano di valorizzazione di tutto questo, manca un “piano della cultura”, un vero e proprio “sistema culturale“. Conseguenza di ciò è l’affidarsi a singole, isolate, manifestazioni.
Manca la condivisione delle scelte, il coinvolgimento delle persone, manca probabilmente la consapevolezza che Arezzo abbia davvero bisogno di rileggere la sua storia culturale e ripartire da dove si è fermata.
Riprendersi la propria cultura, coordinare energie capaci di investire per oggettive difficoltà e senza avere alcun sostegno. Dobbiamo riempire questo vuoto enorme, conseguenza di un’assenza di elaborazione.
La nuova Amministrazione dovrà tener conto della reale situazione culturale cittadina e cercare di far ripartire un movimento fermo ormai da anni.
In sintesi, può essere utile procedere per passi:
- Un censimento degli spazi disponibili in città completo di schede, costi, uffici di riferimento
- Un elenco di tutti i soggetti che lavorano in questo settore, distinguendo tra professionisti e amatoriali, che comprenda aggiornamenti continui sull’attività e sulle rappresentazioni
- Un lavoro di ricerca sullo stato dell’arte dei progetti sostenuti dagli stessi soggetti: descrizioni delle produzioni, collaborazioni e iniziative. Per ognuna la risposta del pubblico
Ottenuto così un consuntivo del settore sarà possibile realizzare un “progetto culturale cittadino” che sia di interesse collettivo e che sia in grado di:
- Delineare un futuro concreto e rivolto a tutti, operatori e cittadini.
- Favorire la “convivenza” tra il mondo professionistico e quello amatoriale.
- Seguire, sia in termini economici che con prestazioni di servizi, la realizzazione del progetto, verificandone la correttezza e la risposta della città.
- Incoraggiare la creazione di “associazioni temporanee di soggetti” che abbiano la possibilità di partecipare a bandi per la gestione di spazi.
Su quest’ultimo punto sarà importante non “abbandonare” la città per lunghi mesi e prevedere una copertura culturale per l’intero anno. Dovranno essere previsti incentivi concreti per l’utilizzo degli spazi.
E’ necessario organizzare un “cartellone” che segua tutto il percorso e, cosa indispensabile, predisporre un Ufficio Unico per la Cultura che possa realmente coordinare tutto quello che avviene in città, valutare le proposte, affiancare gli operatori.
A questo proposito si rende indispensabile una riforma burocratica per il settore: la modulistica è complessa e ripetitiva, per ogni evento organizzato dallo stesso soggetto vanno allegati documenti (atto costitutivo, statuto, ecc.) che l’Amministrazione può acquisire una volta all’anno e comunque rinnovare solo in caso di variazioni. E’ indispensabile l’uso della rete per conoscere il calendario, lo stato del progetto, chiedere la data giusta evitando sovrapposizioni inutili, accedere con le proprie credenziali a uno spazio che consenta di inviare la proposta in rete. Si creerà in questo modo una rete di operatori che possono avere l’occasione di interagire e lavorare congiuntamente a singole proposte.
Altro punto importante: consentire di allestire un evento con meno di 200 spettatori con semplice invio si Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A.). Esistono già leggi a riguardo, basterebbe adeguarsi.
Per ultimo, rivedere la presenza e le modalità di aziende e imprese che sostengono economicamente la cultura: le risorse dovranno essere ridistribuite, evitando la concentrazione di investimenti su poche manifestazioni.
A questo link troverete la versione integrale dell’intero documento sulla cultura: DOCUMENTOCULTURA-AIC
Gianni Mutarelli
Responsabile settore “Cultura” di Arezzo In Comune