Articolo di Paolo Casalini , tratto da informarezzo.com del 

“Le dimissioni di Fanfani hanno fatto emergere tutte le contraddizioni che in nome di una opposizione dura e pura, hanno tenuto assieme la sinistra ad Arezzo. O meglio le contraddizioni  di tutti coloro che si sono sentiti rappresentanti unici della sinistra.

Ciò che è accaduto ad Arezzo, è tuttavia in strana controtendenza con il livello regionale, dove invece parte di quegli stessi partiti che qui sono stati all’opposizione, hanno fatto parte integrante della maggioranza. E che maggioranza! Così è stato anche nei comuni della provincia, ove assessori di quella stessa sinistra più intransigente e ideologica, continuano a lavorare, e lavorare bene, anche con sindaci molto moderati. Segno forse che dietro gli annunci roboanti e dietro le critiche martellanti e puntuali, nella nostra città c’era anche il desiderio di stare all’opposizione a qualunque costo.

Soffiare sul fuoco delle polemiche, combattere per l’utopia, inseguire il sogno anche dopo che è suonata la sveglia, può essere gratificante e anche relativamente facile. Molto più difficile è rimanere a sporcarsi le mani, affondate nella calcina e nella polvere, sommersi dalle critiche da chi sull’albero continua a cantare che è tutto sbagliato. Ma dal punto di vista di quei sogni, di quella scala verso l’utopia celeste, è stato molto più utile un singolo assessore, che qualche gradino verso l’empireo sogno lo ha fatto fare a tutti, che coloro che come le cicale, stavano in coro sull’albero a predicare. Fosse anche un solo gradino, fosse anche un piccolo passo, è certamente sempre meglio dell’immobilismo a cui ci avrebbero condannati chi continua a sognare Valle Giulia e una rivoluzione che non c’è mai stata e mai ci sarà.

A pochi mesi dalle elezioni europee, che hanno visto una coalizione radunata sotto il nome di un esponente greco riuscire ad agguantare qualche strapuntino per il rotto della cuffia, la “real politik”, ha mostrato i nervi scoperti di una armata Brancaleone che è stata insieme solo per necessità elettorale: separati in casa, pronti a sbattersi in faccia le porte quando va bene, a tirarsi i piatti e le stoviglie nei momenti peggiori.

Prima delle elezioni, la mossa di alcuni esponenti di primo piano di dichiarare che, se eletti, avrebbero lasciato il posto ad altri, mi era sembrata sbagliata. Accettare di fare da esca per catturare qualche voto in più, è esattamente ciò che quegli stessi partiti hanno sempre criticato nei partiti maggiori. Caduti nella stessa ipocrisia con facilità. I VIP di sinistra che come Moni Avadia hanno fatto il grande gesto, hanno in realtà mostrato, anche se in buona fede, una certa dose di arroganza e di condiscendenza. E’ come dire: siamo buoni e lo dimostriamo grazie alla nostra superiore, generosa, rinuncia.

Barbara Spinelli, anch’essa eletta, ha ritenuto invece di non cedere il posto e siede a Strasburgo. In che cosa questa sinistra, che si proclama alternativa, è diversa dai partiti che tanto critica? Barbara Spinelli adesso è considerata parte di una casta trasversale, convinta di essere fondamentale per le sorti progressive della democrazia in Europa. Intanto Sel che appoggiava la lista Tsipras, è la prima vittima dell’operazione Spinelli e si sta spappolando. Non c’è male per il futuro di questa sinistra.

Ecco dunque che a sinistra, nella nostra città, sta nascendo un gruppo che desidera contribuire a far salire qualche gradino in più a tutto il sistema, un gruppo di giovani (termine non riferibile sempre all’età) che desiderano superare un PD che pare stia ormai incarnando da solo tutto l’arco parlamentare, fagocitando tutte le forze e tutte le idee…

(Alessio Tucci già coordinatore comunale dell’Italia dei Valori.)

Alessio: “ Vogliamo costruire insieme una forza civica credibile, libera dai partiti e dal pregiudizio ideologico, che sposti l’asse politico locale della maggioranza di governo, su posizioni più avanzate. Una sinistra decisa a sporcarsi le mani, decisa a mettersi in gioco, decisa a lottare anche per un solo gradino, senza bisogno di stracciarsi le vesti per lesa maestà ad ogni insuccesso”.

Paolo: ”Se permetti, è una bella utopia anche questa. Tutti vorrebbero trovare soluzioni, idee geniali per far ripartire la città”

Alessio: “Per trovare soluzione ai problemi piccoli e grandi, bisogna prima di tutto guardare alle migliori buone pratiche dei comuni più virtuosi e alla progettazione europea”

Paolo: “Occorre studiare molto. Servono menti creative che non si limitino a copiare, ma sappiano reinterpretare”

Alessio: “Per questo ci rivolgiamo ai cittadini più attivi più creativi più innovativi di questa città, a coloro che hanno voglia di raccontare, da qui al 2020 al figlio o al nipote: – guarda, questo l’ho fatto io, questa cosa l’ho proposta io -.  Noi abbiamo voglia di poter dire, finalmente, quando andiamo all’estero: – Ahhhh ma ancora voi fate così? Noi già facciamo così…. -.

Paolo: “Sarete criticati duramente. Siete pronti? Le barriere ideologiche sono muri difficili da abbattere. La frantumazione in corso a sinistra ne è la dimostrazione. Cosa vi fa sentire adeguati a coprire quello spazio politico?”

Alessio: “Questa è la grande occasione. Avere il chiodo fisso per la tutela dei cittadini più deboli: questo ci fa sentire uomini e donne di sinistra. Ma anche il sapere che per produrre risultati, dobbiamo snellire la burocrazia comunale e limitare il potere dei dirigenti”

(Francesco Romizi, già presidente ARCI e attuale assessore allo Sport, alla Giostra e alle attività giovanili)

Francesco: “La mia riflessione nasce da una presa d’atto: non mi sento rappresentato dagli attuali partiti che si trovano alla sinistra del PD. L’idea è far nascere una forza di sinistra che sia pronta a collaborare con la maggioranza, ma che al contempo faccia ciò che può per spostare il baricentro dell’azione su posizioni più progressiste”

Paolo: “Una impresa titanica”

Francesco: “Io credo che il PD sia una forza composita. Al suo interno ci sono posizioni articolate, anche molto vicine al nostro modo di pensare la sinistra. Noi vogliamo stimolare la riflessione all’interno di questo grande  partito, e vogliamo farlo dall’esterno, sapendo già che su molti argomenti dovremo arrenderci alla forza dei numeri, ma coscienti che è più facile spostare una nave usando il timone che prendendola a calci”.

Paolo: “Tu sei stato il promotore di molte iniziative sui beni comuni. La più nota è quella della campagna per la ripubblicizzazione dell’acqua. Non ti senti un po’ frustrato per non aver raggiunto alcun risultato apprezzabile?”

Francesco: “Io credo che dobbiamo lavorare fin da oggi per le scadenze future. Entro due consiliature (ordinarie) tutta la questione Nuove Acque dovrà essere rimessa in discussione. Se per noi sembrano tempi lunghissimi, per la politica è dopodomani. Da subito dobbiamo prepararci e lavorare per arrivare pronti a questa scadenza”

Paolo: “Consideri dunque non modificabile la situazione prima della sua naturale scadenza?”

Francesco: “Salvo situazioni eccezionali e non preventivabili si. La legge difende oggi ciò che è stato fatto. Ma se non cominciamo a pensare subito a come dare sistemazione al problema, arriveremo sempre tardi al momento cruciale. Tenere d’occhio l’indebitamento, i valori patrimoniali, le partite in genere, ci eviterà di essere presi per il collo quando arriverà il momento di mettere le carte in tavola. Una forza di sinistra nella maggioranza di governo, non deve solo preoccuparsi di ciò che è importante domani mattina, ma di ciò che lascerà alle generazioni future”.

Paolo: “Un impegno proiettato sui giovani dunque?”

Francesco: “Un impegno per recuperare il rapporto con ciò che c’è nel nostro territorio di vitale e di attivo, che necessita di una guida e di un reale coordinamento da parte del pubblico. E questo è anche e soprattutto un impegno culturale!”

Paolo: “Idem allora anche per quello che riguarda l’inceneritore?”

Francesco: “La volontà regionale è stata quella di toglierci sempre più voce in capitolo. Negli anni passati abbiamo cercato di recuperare il gap rispetto ai problemi legati ai rifiuti. Ma nessuno ha la bacchetta magica. Non basta un ordinanza o un atto di indirizzo. Occorre lavorare per raggiungere un obiettivo e a volte sono necessari anni”.

Paolo: “Avete giù scelto un nome?”

Francesco: “No. Ma questo mi sembra l’ultimo dei problemi!”

Articolo di Paolo Casalini , tratto da informarezzo.com del 

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