Arezzo in Comune è un’associazione culturale e politica di sinistra. Quello che in molti si stanno chiedendo è perché questa associazione sia convolata a coalizione con il PD. La risposta è semplice: per fare della prossima giunta un esperimento di vero governo progressista.

Purtroppo, la storia nazionale e aretina ci ha insegnato come l’estrema sinistra si sia sempre dimostrata inconcludente alle urne e inaffidabile al governo. Troppo spesso le liste dei partiti non hanno raggiunto i risultati sperati e molte volte – alla prova del potere – ministri e assessori si sono tirati indietro. La scommessa di AiC è quella di ribaltare l’assunto per il quale la sinistra vera non possa governare con intelligenza e lungimiranza.

Ma partiamo dall’inizio. In questi anni, il PD nazionale sembra aver preso una strada pericolosa, quella dello snaturamento della propria storia e dei propri valori. Una buona parte della sua base elettorale, per quanto affascinata dalle promesse di rinnovamento dirigenziale, non ne approva le scelte di merito. Così, anche AiC, per quanto  simpatizzi per un approccio alla politica che (per lo meno a parole) privilegi l’azione all’immobilismo e la meritocrazia alle rendite di poltrona, non può non notare con preoccupazione la piega che stanno prendendo alcuni provvedimenti del governo Renzi.

A livello aretino, la faccenda è ancora diversa e più complessa. Innanzi tutto, appare quanto mai velleitario voler paragonare gruppi dirigenti  e dinamiche a livello nazionale e locale; in seconda battuta, sarebbe ridicolo che, per mettere in atto futili ripicche dovute alle decisioni dei partiti italiani, una lista civica cittadina non tentasse un’esperienza di governo con forze ad essa affini. Fatta questa premessa, passiamo al racconto dei fatti.

AiC cominciò a lavorare a un programma di massima fin dalla scorsa estate. Nessuna alleanza era data per scontata: l’associazione nacque come una fucina dove aggregare – senza sigle di partito – i frammenti della sinistra locale.  Per una serie di funeste vicissitudini legate a simpatie e antipatie personali, i partiti non ci seguirono. O, sarebbe meglio dire, chi a quel tempo faceva il Consigliere Comunale non si sentì di appoggiare chi era già in Giunta e – per forza di cose – aveva già aperto un canale di interlocuzione con il partito di maggioranza, vicino, ma non vicinissimo, alle cosiddette idee di sinistra.

Quello che accadde nei mesi autunnali è meno noto alla cronaca. AiC, per mezzo dei suoi rappresentanti, cominciò ad interloquire con il PD in maniera sistematica, cercando di portare a casa un accordo programmatico di massima precedente alle primarie, e poter così assumere un ruolo di responsabilità prima ancora che i giochi interni alle altre forze fossero conclusi.

L’operazione politica non può che essere apprezzabile. Difatti, AiC, pur non presentando un suo candidato alle primarie di coalizione, in anticipo rispetto a queste ultime, riuscì a far sottoscrivere al PD (e quindi a tutti i suoi candidati) una cornice documentale molto soddisfacente. (Continua…)

Elena Annibali 

Presidente di Arezzo In Comune

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