Il ruolo di Arezzo In Comune nel gruppo di uomini e donne del centro-sinistra aretino sarà quello di bilanciare l’asse dalla coalizione verso temi come l’uguaglianza e i diritti, anziché la difesa di ‘valori’ anacronistici; un vero sistema turistico-culturale, anziché semplici eventi spot fini a sé stessi; partecipazione e cittadinanza attiva, anziché l’antipolitica, o l’uomo solo al comando; la comprensione, alla rabbia; l’innovazione, all’immobilismo, la solidarietà, alla crisi economica e sociale; l’ambiente, alle facili scorciatoie che cozzano con la sostenibilità.

Arezzo In Comune vuole rappresentare la parte a sinistra della città e portare chiarezza nei processi politici di questa campagna elettorale. Mastichiamo male il politichese di maniera e vogliamo parlare chiaramente ai nostri concittadini.

Per quanto riguarda la sinistra: in rottura col passato consideriamo il Partito Democratico l’alleato naturale delle forze di sinistra che vogliono cambiare le cose. Cosa dobbiamo fare? Vincere contro Ghinelli e la sua formazione di neo-arrabbiati per i quali gli unici problemi della città sarebbero l’integrazione, la sicurezza e le buche nelle strade. Oggi una parte di questa sinistra sembra voler lasciare spazio al candidato di centro-destra, puntando tutto sulla frammentarietà e le divisioni.

Quattro liste (4) a sinistra del PD, quattro liste che presentano ciascuna un candidato a sindaco ci paiono l’ennesima conferma delle scelte autolesionistiche e personalistiche che come risultato avranno solo quello di non voler influire sulle scelte. Crediamo che chi ci racconta il contrario non possa che essere abbagliato da strani ragionamenti, che a questo punto non tenteremo più di comprendere. Noi vogliamo essere la sinistra che cambia, non quella che rimane ferma al via.

E poi è di chiarezza che vogliamo parlare in questa campagna elettorale: l’unica strada percorribile per riprendersi la fiducia dei cittadini. Per questo motivo, oggi, chiediamo a Bracciali di dare un identikit della sua futura – e auspicabile – giunta di governo. Spieghiamo ai cittadini come sarà la prossima squadra, chi la comporrà, i perché delle deleghe e, cosa ancora più importante, una descrizione dei profili umani, professionali e politici, che saranno impiegati i futuri 5 anni. Perché il cambiamento che tutti vogliamo mettere in atto non rimanga una parola vuota, va messo chiaramente nero su bianco. E va fatto prima del voto. La città ha bisogno di una svolta e dobbiamo avere la vera volontà politica di metterla in atto.

La partita che dobbiamo giocare è una delle più importanti degli ultimi anni e per farlo, dobbiamo impiegare dei fuoriclasse. Crediamo che il rischio sia quello di lasciare a Ghinelli la possibilità di dire di rappresentare il cambiamento, quando fra le sue fila, sussistono gli stessi personaggi della celeberrima governo che ha portato la città a Variantopoli.

Un cambio di passo è il primo punto da mettere all’ordine del giorno. Cambio di passo nel sistema di governo, nelle competenze, nella creatività nell’affrontare i problemi che la città porrà nei prossimi anni. Dobbiamo cambiare tutto, perché non si possono più perdere le scommesse col futuro. Ad esempio, sono anni che parliamo di creare un “sistema cultura e turismo”. L’unico modo di farlo non potrà che essere in discontinuità rispetto al passato.

Un ultimo punto su cui vogliamo chiedere conto, fiducia e lealtà all’uomo che abbiamo scelto come nostro candidato a sindaco: chiarezza sul suo ruolo. Un ruolo ritagliato negli anni e costruito su rapporti che hanno portato Matteo a dire qualche intervista fa: “Con me torna un’asse Roma-Firenze-Arezzo”. Benissimo, crediamo che non sia una colpa avere rapporti diretti con Matteo Renzi o chi per lui, ma vogliamo la certezza che Arezzo sia il principio e la fine di questi rapporti e che attraverso questi rapporti non sia la volontà del ‘capo’ la prediletta, quanto quel che è meglio per la città che si governa.

Un’asse, quindi, il cui ordine diventi Arezzo-Firenze-Roma e non il contrario, per dire con forza che la centralizzazione dei propri servizi in territori diversi dal nostro non ci piacciono e che la legge sulle città metropolitane che renderebbe Arezzo un semplice dormitorio, la aborriamo. Oppure che l’amministrazione firenzocentrica definita negli ultimi anni dal governo regionale, ci ha definitivamente scocciato, soprattutto in questa fase.

Arezzo ha bisogno di ridefinire il suo ruolo e di riacquistare la fiducia di chi la vive, ha bisogno di ripensarsi e, finalmente, di scardinare dinamiche che durano in città da decenni, a favore di nuovi metodi, sistemi, persone, idee, passioni, che portino a quel cambiamento di cui abbiamo bisogno. Arezzo In Comune è nata per ricordarlo ogni giorno e contribuire perché tutto questo accada.

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