arezzo in comune

Riappropriamoci dei sogni. E diamogli corpo e gambe.

Lunedì eravamo in tanti a parlare della nostra città, una partecipazione che ha visto coinvolte molte persone arrivate al punto elettorale di Arezzo In Comune in via Madonna del Prato per parlare di idee, necessità, alternative e sogni, per l’appunto. I sogni di tutti, delle persone normali, le stesse che fanno vivere la lista di Arezzo In Comune.

Abbiamo parlato di temi vecchi e nuovi e di una sinistra che sta cambiando. Abbiamo sognato che la nostra città abbia un consumo di suolo a 0. Basta costruire, mangiare terreno e ricostruire ancora, abbiamo già scempiato la nostra terra a sufficienza. E pensare che sarebbe bastato lasciarla com’era per preservarne la bellezza. E magari investire un po’ di più sull’accoglienza, nel saper offrire dei servizi al turista, anche i più semplici, come dei bagni pubblici degni di questo nome.

Crediamo molto in questo punto, nel consumo 0, come crediamo anche in una città che non debba stare immobile, ferma che non cambi e resti sempre la stessa: ci stiamo immaginando una città che si sappia riqualificare e che lo faccia attraverso i tanti spazi urbani esistenti e inutilizzati, una città che sappia di nuovo immaginarsi per venire incontro alle necessità di tutti i cittadini: una per tutti, il cohousing, soluzione veloce ed efficace, che vada a rispondere al problema dell’abitazione popolare. Abbiamo pensato di creare situazioni, momenti e luoghi in cui le persone in difficoltà, possano trovare una soluzione insieme. Perché solamente insieme, possiamo trovare risposte efficaci. 

Insieme, condividendo le difficoltà e le risorse e collaborando alle soluzioni. La città la stiamo ripensando così: crediamo che le competenze dei cittadini debbano mettersi al servizio del pubblico interesse. Vorremmo creare dei circoli virtuosi in cui il dialogo fra pubblica amministrazione e privati si traduca in una città più forte: delle GovJam, ad esempio, in cui specialisti privati, trovino soluzioni a problemi pubblici, meglio ancora se con l’ausilio di Big Data. Vorremmo dei NetGarage, in cui più o meno giovani si confrontino su uno dei temi più importanti del nostro futuro: l’innovazione tecnologica. Vorremmo che il Comune di Arezzo fosse il luogo di una formazione continua e diffusa e sui più svariati argomenti. 

Partecipazione, partecipazione di più persone possibili, che mettano cuore e testa sul territorio e concorrano a rendere Arezzo una città moderna. Abbiamo sognato una città collegata di più e meglio col resto del Paese perché le imprese e i professionisti siano collegati di più e meglio al resto del mondo. Abbiamo sognato una città che non mantenga soltanto i suoi servizi, in primis quello sanitario, ma che assuma il coordinamento di quelli di tutto quanto il territorio provinciale: sistema turistico e culturale, per fare solamente due esempi.

Abbiamo ripensato un comune sburocratizzato, con regolamenti più snelli, che si debba fare un evento culturale, o sportivo, o rivolto ai giovani, o ristrutturare un appartamento. La semplicità, abbiamo un disperato bisogno di molta più semplicità.

Un futuro semplice e chiaro, come dovrebbe essere il dovere di migliorare l’accessibilità, che non è un tema che riguarda pochi, ma un’interesse comune a persone diversamente abili, come agli anziani, o anche per i neo-genitori, in giro con passeggini e carrozzine. Nell’Arezzo che sognamo c’è più accessibilità, anche perché è diventata una vera vergogna che una persona disabile debba prenotare giorni prima un posto in treno. E fino a qualche settimana fa, anche in autobus. I mezzi pubblici di mobilità, hanno il dovere di essere, per l’appunto, pubblici.

E infine crediamo che quando si parla di sicurezza, si debba individuare il problema, fotografarlo senza ideologie e interpretazioni, ma con dati alla mano e obiettività e, senza più nascondersi dietro ad un dito, con delle forti ragioni, puntare tutto su dei sistemi di prevenzione ad hoc, piuttosto che di soppressione. O peggio ancora, sistemi di controllo della Nasa (suvvia!). Perché abbiamo sognato anche una città basata principalmente sulla libertà. 

Dopo anni passati a rassegnarci che quel che è forte, fosse giusto; stiamo cercando di sognare che nell’Arezzo di domani quel che è giusto, diventi forte. Questo è parte del sogno di Arezzo In Comune. Manca ancora il vostro contributo.

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