Rifiuti ad Arezzo: qualcosa è cambiato, recitava il titolo di un vecchio film.

E’ di ieri la notizia data ai giornali dall’assessore Franco Dringoli che annuncia l’ampliamento della raccolta differenziata porta a porta. Da stasera inizieranno le assemblee pubbliche nelle zone periferiche e nelle frazioni per la discussione dell’argomento e sulle modalità.

Potremmo fare di più? Quello sempre a parere nostro. Ma crediamo anche che tutti i ragionamenti politici che ne derivano, vadano anche calibrati sul tema dell’aumento tariffario. L’approccio al problema rifiuti da parte della Giunta e dell’assessore ha garantito che nel breve periodo non ci fossero aumenti importanti delle tariffe. Andare casa per casa significa più persone al lavoro e questo ha un costo. Ma c’è una buona notizia ulteriore: a bilancio complessivo torneremo a un equilibrio della spesa, perché col sistema messo in atto viene valorizzato il materiale raccolto, che poi è rivenduto alla filiera di recupero e non più gettato al macero. Al momento, senza che questo sistema sia ancora a regime, ci permette un guadagno di 1 milione di euro.

La percentuale del riciclo può essere aumentata in maniera repentina, certo, ma che costo avrebbe per le tasche dei cittadini? Lo chiediamo ai Gianni Mori di turno, che a nome di Insieme Possiamo, chiedono risultati ora e subito. Tra l’altro vorremmo informarli del fatto che non c’è bisogno dell’atto d’indirizzo che hanno annunciato di scrivere, riguardante l’adesione alla Politica Rifiuti Zero. Il Comune di Arezzo ha aderito già nel 2012, cosa che ci ha permesso di creare un piano di prevenzione, riduzione e recupero dei rifiuti, oltre al fatto di poter accantonare l’idea del raddoppio dell’inceneritore. 

Giusto la prossima settimana partirà il piano comunale per la riduzione e il recupero dei rifiuti. Un piano che elenca tutto quello che sia possibile fare per molte realtà del Comune di Arezzo (come ad esempio le scuole) per ridurre la produzione dei rifiuti: uso dell’acqua del rubinetto e non più nelle bottiglie di plastica, l’impiego di compostiere, l’apertura di due centri di raccolta per il recupero di rifiuti importanti, la realizzazione di un centro per il riutilizzo e l’aggiustamento dei prodotti rotti, un punto di raccolta dei rifiuti elettrici, un nuovo documento disciplinare per le sagre, l’installazione, già avvenuta, di fonti d’acqua refrigerata e gasata, oltre che naturale, in tutti i quartieri cittadini, la razionalizzazione della raccolta porta a porta. E via dicendo.

Vogliamo parlare di dati? Nel 2010 producevamo 63mila tonnellate di rifiuti, che erano 630 chili a persona. Oggi siamo arrivati a 57mila tonnellate, 570 a persona.  

La raccolta differenziata è passata dal 37 al 42%. Poco? Sono punti di vista, se oltre tutto si considera che gli effetti dell’estensioni del porta a porta dobbiamo ancora vederli, dato che non sono stati ancora conteggiati su queste percentuali.

Insomma, fra il dire e il fare, c’è sempre di mezzo il mare diceva il vecchio adagio. Arezzo In Comune e l’assessore Dringoli sanno bene che fra lanciare proclami facili e cambiare la situazione, sia molto più semplice fare la prima delle due cose. Ma sanno anche che la seconda scelta è quella più giusta da fare.

E concedeteci quest’ultimo paragrafo: i dati sulla raccolta stanno crescendo, secondo alcuni troppo piano, ma stanno crescendo e quando si parla di rifiuti, dobbiamo sempre fare attenzione alla qualità della raccolta, più che alla quantità (che per altro nel nostro caso è eccellente), altrimenti la spazzatura risulterebbe invendibile e tutto il ragionamento spiegato prima, verrebbe meno. In città che hanno percentuali ben più positive della nostra, arrivano al macero rifiuti misti, raccolti male e senza nessun tipo di criterio. La realtà dei fatti è che questi sono cambiamenti delle abitudini e le abitudini di tutti si cambiano, per forza di cose, lentamente.

Arezzo In Comune

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